Un gioco

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tradimento

 

Non ci si abitua mai a esser traditi
non ci si abitua mai a restare delusi.

E’ e resta un gioco infame
un gioco in cui a soffrire
non se ne può più.

Ti riprometti di non credere
di non parlare di te
di non confidare
e invece ti ritrovi a sporgerti
fino al dirupo

a porger l’altra guancia
fino a venderti anche il quore
quello con la q
che l’altro, con la c, l’hai dato via
insieme all’altra c, quella che …
va bene, tanto…

Ok
Saremmo capaci anche noi di barare
fino a farci male
e perfino di dimenticare
in un gioco senza ipocrisia
con la leggerezza di ragazzi.

Ma non ora
dopo aver creduto nella sincerità
per riscoprire che la verità
s’è rivelata stoltezza.

Rapporti come una partita a scacchi,
dove tenti l’arrocco
e ci resti imprigionato
in una cella sulla torre più alta
in attesa del re
che venga a darti scacco
o a darti matto.

E non ti senti di giocare la regina
che invece prende il largo sul cavallo
dopo aver mangiato i fanti
tutti quanti.

Salta sui bianchi
e anche sui neri
senza rispetto per regole ed alfieri
fino a perdersi in una prateria
che non c’è.

E a quel punto
il gioco va da sè è perduto
lo sconfitto resta muto
cerca già nuove geniali strategie
follie di conforto
illusioni di metodo
passioni da due soldi
le solite canzoni.

E tutto per ritrovarsi
con la testa stanca
per la conta di chi resta
e di chi manca.tradire

 

 

 

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