mare e sole

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Uno dei primi ricordi della mia infanzia, se non proprio il primo più nitido ricordo, fu l’arrivo al mare, di prima mattina, con un costume intero rosso a pesciolini blu.

Una colonia di bambini come nuvola scomposta, si gettava in acqua gioiosamente, spaventando frotte di minuscola paranza d’argento. Mi abbandonai alla riva, con la naturalezza di una creatura marina, senza paura e senza peso.

Il sole e l’azzurro pensavo fossero la vita tutta, la vita intera di tutti e di tutto quello che mi circondava, in quella mattina azzurra, come il mio piccolo animo felice, anche se non sapevo lo fosse. Credetti che quella fosse l’essenza, gioia e colori per tutti.

Penso con malinconia a come tutto poi sia stato disilluso, ma rimangono intatte le preziose gioie semplici di allora, e ad ogni mia tristezza sovvengo che, da qualche parte nel mondo, bambini come lo fui io allora, aprono gli occhi sull’esperienza della guerra e non conoscono altra realtà, che quella sofferta. Non conosceranno mai il piacere ludico degli spruzzi nel mare e non inseguiranno mai pesciolini da far scivolare tra le minuscole dita.

Manine troppo piccole e occhi troppo grandi per esser parte di una realtà cruda ed ingiusta, davvero troppo distante dal sole e dal mare.

 

 

 

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