Altri occhi

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Abituarsi alle ombre, era un esercizio costante, diventato quasi automatico.
Chiudere gli occhi e percepire i mobili, gli odori, le direzioni che segnavano il percorso domestico.
anima dell'arcobalenoLe mani dentro i cassetti, seguivano i contorni dei piccoli oggetti riposti con cura, soffermandosi sui minimi dettagli che li rendevano riconoscibili.
Pensava alle sottili rughe, che non avrebbero più avuto importanza e ai fili d’argento tra i capelli, che non le avrebbero creato alcun imbarazzo e che avrebbe accarezzati col pettine muto, assieme ai suoi anni.
Gli anni che il cielo le avrebbe donato, sarebbero stati riempiti da suoni, le melodie avrebbero coperto i rumori della strada, le imprecazioni di chi maledice la vita, come se ne fosse il padrone, mentre invece ne è suddito. Non avrebbe più trattenuto le parole in gola, per manifestargli il suo disprezzo, perchè l’ingratitudine è ferita.
Solo chi soffre lo sa,  quanto sia fragile ed unico il dono della vita, piena o vuota, fatta di coraggio ed energia pura, che trasforma l’ossigeno in entusiasmo e curiosità per ogni attimo ed ogni essere che s’incontra nei tempi e nei modi che la vita stessa indica.

Fatta anche di scoramento e solitudine abissale, che ritrova il suo perchè nell’abbraccio di un amico.
Lo sapeva bene lei,  che aveva conosciuto la sofferenza ed ora si ritrovava a misurare i passi in una stanza sempre più buia, con la forza e la determinazione di chi era pronta ad organizzarsi in quel gioco improvviso che le riservavano le ombre.
arcobaleno dell'animaQuella sorte le avrebbe tolto l’imbarazzo della decadenza, ma non la percezione sensoriale dei colori , nel ricordo delle immagini alle quali non avrebbe mai potuto rinunciare, né alla benedetta voglia di creare e rendere tangibili i suoi pensieri.
Non sarebbe stato facile, ma doveva rimodellarsi gli occhi col cielo, atti a percepire tutte le infinite varianti dell’ arcobaleno dell’anima.

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