Toccare la gioia

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Col vestitino della festa, mi prendeva una gioia che faceva quasi male. Era il magone.
Ma perché -pensavo-, un omone grande entra nella bocca dello stomaco delle persone, o di una bambina, per crearle disagio, e star scomodo poi?

bimba e nonno-Oggi andiamo all’altalena- disse il nonno.
-Non voglio andare all’altra Lena- risposi, immaginando la signora grassa col camice bianco.
Lena era la cuoca dell’asilo, preparava solo minestre che odoravano di biancheria bollita, le lasciava in bianco o con il formaggino a triangolo, per dare un poco più di sapore a quella pasta sciocca.
Non mi piaceva Lena, odorava essa stessa sempre di vapore brodoso e di unto.
No, non ci volevo proprio andare.

Rise il nonno, e mi ripeté : -Altalena, altalena-
Con il musetto imbronciato, come chi va in un posto di castigo, mi misi a camminare, dietro la gamba lunga del nonno, quasi tirandomi per qualche passo, poi mi prese in braccio, mi fece volteggiare per aria e mi ritrovai seduta, sulla nuvola.

bimba su altalenaBraccia forti, spingevano la giostrina  con dolcezza di culla e ad ogni spinta il cielo era più vicino, era come toccarlo, era toccarlo davvero.
Toccare la gioia. Come far rivivere Peter Pan.

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