Treni e papaveri

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treno in transito

 

 

 

 

Ogni forma di vita
ha inizio con un movimento.
Quello dei treni in transito
mi affascinava da sempre.

Sulla ferrovia
ogni pomeriggio di sole
guardavo scorrere fili d’acciaio che annunciavano
la locomotiva siderica,
un po’ tetra nel verde marcio di carrozze semivuote.

Pensavo alle simmetrie dei binari
e alla tortuosità della via
e a quale ingegno o necessità
portasse le persone a salire su un mezzo
che mangiasse le distanze
e avvicinasse solitudini o mestieri.

Ero curiosa di veder scendere
persone nuove
dalla medesima espressione
sorrisi, di chi sa d’essere giunto a destinazione.

Mi incantava lo sguardo che cercava e s’illuminava
nel mentre incrociava l’altro sguardo
conosciuto e amico.

Io non aspettavo nessuno
ma sorridevo anch’io.

Tutti in fondo alla vita
avremo percorso un viaggio
e arrivare al traguardo sorridendo
forse resta l’unico scopo
per cui sarebbe valsa la pena spendersi.

Si componevano

dietro al treno

e d’avanti ai miei occhi

paesaggi d’acquerello.
Papaveri rossi
stinti dal sole
regalavano la tenera anima al tramonto
e mai più cotanta bellezza avrebbe rivisto il mattino
a porgere i tenui colori alle stelle.

Forse per divina concessione
ed amore del cielo
di quei ricordi
è ricco il mio cuore
gioisce il mio dire
ancor ora.

E treni e papaveri mi riportano ad affetti genuini
ai primordi di vita
alle carezze che
furono sincere
che furono il mio essere speranza
il mio essere adesso
partenza e ritorno paziente.papaveri e tramonto

 

 

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