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L’amor che fu

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Non ho mai pensato che lei mi amasse per i miei soldi, per il mio potere o per il mio successo. Né io pensavo di amarla solo perché giovane e carina. Non credo che l’amore possa avere origine dall’opportunismo. Non vedo come una relazione possa durare così tanti anni, nel bel mezzo della maturità, solo perché infatuati di qualche aspetto esteriore.

Ho sempre pensato che ci amassimo e basta. Che ognuno di noi avesse trovato nell’altro quello che cercava: comprensione, affetto, simpatia, passione, speranza. La simpatia innanzitutto. Con una persona devi starci bene perché ti fa ridere, perché ti fa apprezzare quell’opportunità che è la vita, perché ci si può scherzare senza tanti rischi, perché è fondamentalmente buona. Anche l’intelligenza conta, ma non è un elemento essenziale per stare bene assieme. L’affetto, invece, nasce proprio dalla simpatia. Se a me quella persona piace, io mi ci sento legato, cioè sento il bisogno di starci assieme e condividere il più possibile. Dalla vicinanza, anche interiore, deriva la possibilità di comprendere l’altro, di capirne i pensieri, i gesti, le pulsioni, gli indirizzi e le azioni. La comprensione dell’altro diventa a volte anche dipendenza, è vero, ma cosa c’è di più bello che sentirsi dipendenti di qualcuno che ti piace … Tutto sommato, la passione non nasce che da questo, e cioè dal fatto che quello che ci metti in un rapporto lo ritrovi poi moltiplicato, ingrandito, come se avessi creato una sfera di vita in cui non ci sei solo tu, ormai, ma anche qualcun altro. Un’unica sfera, un’unica cellula in cui convivono due esseri, diversi ma indivisibili. Un’unica sfera di interessi, dolori, gioie, eccitazioni. Un’unica passione, quella di condividere ogni cosa della propria vita con l’altro. E perché no, anche ogni speranza.

Il nostro incontro non è stato casuale, né avrebbe potuto mai esserlo. Come in  tutti quei casi in cui si ha modo di conoscersi bene prima di prendere delle decisioni, anche se non definitive. Anche se poi le decisioni, in effetti, definitive non lo sono mai. Il destino ci ha messo insieme per anni. Abbiamo avuto modo di conoscerci bene, di apprezzare i modi e i gesti dell’altro, di conoscerne pregi e difetti, di decidere con piena coscienza se quest’altra persona potesse avere un posto nella propria vita, se valesse la pena di andare incontro a mille difficoltà per vivere un rapporto che poteva anche darci tanto e che in effetti si è rilevato molto soddisfacente sotto tanti punti di vista.

donna di spalleMi sembra di capire che sia venuto il momento, però, di mettere fine a vane speranze. Lei è stata molto chiara l’ultima volta, ha perfino detto che si è resa conto che forse mi amasse per il mio potere. Insomma, ha perfino provato a chiudere questa nostra storia agrodolce in modo da non lasciare molte tracce. Se era sincera, peccato, questo dimostra che mi ero sbagliato. Non che la cosa mi sorprenda, mi son sbagliato tante volte e forse in tante altre lo farò ancora. Se l’ha detto per non lasciare ferite aperte, tanto di cappello, ha trovato un modo elegante per ridurre il dolore al minimo.

Resta l’amarezza tipica della fine di un rapporto amoroso. Ha un sapore poco buono, ma va mandata giù, va presa come una medicina. Potrebbe curare quella parte della propria psiche in cui ci si adagia a facili certezze e facili speranze. Magari si tratta di una cura che prelude a tempi migliori. Probabilmente non nel mio caso, ma chissà, forse anche per me.

Non mi resta che farle tanti auguri. Non mi fraintenda. Non voglio come al solito augurarle di accontentarsi e godere del suo lavoro, del suo rapporto famigliare o dei suoi amici. Oppure di fare una bella vita ed avere tutto quello che desidera e merita. Le auguro invece di vivere una vita bella, eccitante ed appassionata e piena di entusiasmo, di continuare ad amare le difficoltà che la fanno crescere, di trovare la forza per coltivare la vita come un terreno fertile. Le auguro anche di trovare presto qualcuno che la faccia emozionare ogni giorno, che la faccia sentire donna e che la ami veramente. Avrei voluto farlo io, ma nessuno è perfetto. Le auguro soprattutto tanta serenità.

 

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