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L’ho sentita forte la tua solitudine
sotto le schermaglie di parole crude
sarcastiche e fredde
sottoposta alla durezza della logica
mentre nei fatti
si frantumava dietro ad un fiore
o al sorriso di una donna
o d’un qualsiasi essere.
Ho sentito tutta la fragilità dell’animo deluso
stanco dei troppi giochi
fiero solo d’esser capitano dei suoi capricci
e vittorioso nello scontro tra titani.
Ho sentito il deficit d’amore
compromesso dalle diffidenze
che non ti han fatto mai abbassare la guardia
fino a tenerti imprigionato ogni tenero slancio
e con un cappio soffocato ogni nuovo entusiasmo.
Ho cercato il tuo cuore nel buio
e ci ho impresso carezze
con una trasfusione di bene
che cambia il corso delle ore o di una vita
rende sopportabile il dolore dell’anima
e riceve inaspettatamente indietro molto
molto di più di quanto ha donato
semplicemente con reciproca intesa.
Con reciproco scambio di solitudini
diversissime e al contempo uguali
per il medesimo effetto
per l’ostinato e imprudente bisogno di affetto.
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