Il bene ibernato

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autunno

 

Giorni nuvoli
di sorrisi traditi
a ripensare per conforto
al bene delle mani generose
che hanno dato senza ritegno.

Sfuma prima a frotte
e tratteggi e puntini
il grigio tempo muta in pioggia
che ravviva germogli
riarsi dal sale dell’inganno

salvando i trucchi di prestigiatempo
che inviano pensieri allo spaventapasseri
spettro e clown nel campo di mais
respinge tra le spighe tardive
rondinoni già stanchi
dall’esodo di disattese primavere.

Come dialoghi interrotti spuntano
imbrattando campi
i fiori del malpensante
custode e carceriere del suo stesso stereotipo
asperso nell’anonima massa
dissipa ancora veleno.

Ma il nuovo vento verrà
a seminare lo scarlatto ed il rosso vivo
di gerani selvatici e papaveri
e delle loro fragranze
riempirà le gole dei ragazzi
come vino nuovo

nuova linfa, nuova allegria di canzoni inedite
Siglerà gli accadimenti
strappati alla paura
e s’aprirà nuovi varchi
sentieri nella lealtà
che fa sciogliere l’inverno del cuore
primaveraed il bene per troppo tempo ibernato.

 

 

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