I nuovi tattoo

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Alle persone che nel secolo scorso di fine millennio hanno speso e hanno perso i migliori anni della propria vita in due guerre terrificanti, come lo sono tutti gli scontri armati, da cui alla fine l’umanità esce sconfitta ed impoverita e la cui ricostruzione vale pur essa una terza guerra.

A tutti i nonni, che hanno rimesso a posto le ossa ed a fatica son tornati alla vita “normale” nei campi, nelle fabbriche come nelle scuole o sui treni, cercando di dare un senso nuovo alla propria e alla vita di figli e nipoti.

Che ci hanno trasmesso (o almeno ci hanno provato) valori ed esempi sulle strade non percorribili e i cui sacrifici hanno sortito un certo benessere anche economico, che abbiamo e stiamo dissipando con disinvolta arroganza ed egoismo senza riconoscenza delle generazioni passate e quel che è più deleterio, senza nessuna attenzione e riguardo verso quelle future.

Forse saremmo in tempo a fermarci e tentare una ricucita dei valori che tanto son stati decantati anche da poeti e scrittori di maggior nomea, piuttosto dimenticati anche dai libri di testo, dove vengono sostituiti dalle abnormi propagande gender,  transgender e quiproquo di natura sessuale, come se questo fosse divenuto l’unico problema a cui attendere nel corso della nostra inutile esistenza.

Penso ai nonni e a come giudicherebbero noi, ciò che siam diventati e della falsa riga intrapresa.

Quello che avrebbero potuto percepire della nostra deriva morale e pochezza d’intenti, in un mondo di persone libere che intendono solo fare quello che gli pare del proprio corpo, scopo ultimo ed unico di una società oscena, completamente travolta dalla volgare smania di far sapere a tutti il proprio orientamento e la trasgressione di quella che un tempo era la normalità, non certo dettata da discriminanti e bacchettoni maestri o uomini pii, ma sancita in maniera chiara ed inequivocabile dalla natura stessa.

La normalità di genere non è un accezione, è un vero dogma, che risponde alle leggi della scienza riproduttiva e complementare della specie, fermo restando che ciascuno, possa fare del proprio corpo quello che desidera, sempre che ciò non nuoccia o venga volgarmente imposto ad altri come status.

I nonni ci hanno parlato di come cresce e si sviluppa un chicco di grano, insegnato di come si costruisce un motore a scoppio, di come si prende per mano una donna per condurla all’altare e di come si portano ai giardini i nipoti per continuare a dare un senso alla vita in declino biologico.

Forse è un futuro da sognatori retrò, da utopici bacchettoni, ma è il mondo semplice che mi si prospettava da piccina e che vorrei augurare ai miei nipotini, perché i nuovi anziani personaggi con tablet e tattoo non so se riuscirei a chiamarli <nonni>.

nonna tatuata

 

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